Parole
Alpi Marittime
Nell’inverno tra il 1967 e il 1968, agli esordi della sua carriera, Giuseppe Penone realizza una serie di azioni all’aperto nei boschi attorno a Garessio, suo paese natale. Queste azioni, fotografate e raccolte sotto il titolo di Alpi Marittime, chiaro omaggio a quei luoghi, al confine tra Piemonte e Liguria, contengono già in sé i temi fondamentali di una ricerca artistica personale destinata a emergere negli anni a venire: l’acqua, gli alberi che crescono, gli elementi viventi del bosco.
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Alberi
Assolutamente centrale nella ricerca di Giuseppe Penone, l’albero è il tema intorno al quale si sviluppa l’omonima serie (Alberi) intrapresa dagli esordi del suo percorso, e tuttora aperta. In queste opere la materia naturale, mutando nel tempo e attraverso l'azione dell'artista, assume l'aspetto di una scultura autonoma e duratura, capace di rivelare una verità che non è metafisica, ma oggettiva e incontestabile.
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Rovesciare i propri occhi
Sotto il titolo Rovesciare i propri occhi è raccolta una serie di lavori attraverso cui l'artista rivela qualcosa che in realtà esiste, ma che lo spettatore non è in grado di percepire appieno spontaneamente. Penone affronta qui un tema diverso da quello sviluppato in parallelo nei suoi Alberi, perseguendo come obiettivi primari la ridefinizione della pratica della scultura e la riflessione sull'identità dell’artista.
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Svolgere la propria pelle
I lavori di questa serie, come quelli di Rovesciare i propri occhi, esprimono riflessioni sul tema dell’identità intesa come un’entità tracciata nella pelle, dove la pelle ha la proprietà di delimitare e insieme separare: la pelle come superficie sensibile, capace di relazionarsi con il mondo. In questo caso è dunque l’azione del contatto, non la vista, la fonte primaria di conoscenza, ed è ciò da cui scaturisce la scultura. Il contatto è una conoscenza che avviene in modo continuo e spontaneo, e l'impronta è la conseguenza della funzione primaria del tatto e un segno di identità.
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Soffi
Sotto il titolo Soffi sono raccolti lavori realizzati a partire dal 1977, caratterizzati dall’impiego di materiali e procedimenti tra loro differenti, ma accomunati dal convergere di esperienze maturate attraverso le opere precedenti, quelle incentrate sulla parola e sul contatto, e da una stessa logica. Tutti i lavori evocano l’esistenza di una proprietà transitiva, capace di legare fatti, informazioni e forme oggettive, che vengono trasmesse da un elemento all'altro nel proprio essere parte del processo di creazione e parte della natura.
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Essere fiume
Nelle opere della serie Essere fiume, l'atto di scolpire non consiste nel rivelare un aspetto nascosto della natura, ma nel ripercorrere le fasi dei processi naturali e ripeterle con tecniche e materiali tradizionali, in questo caso la pietra. Il primo lavoro di questo genere è esposto in una mostra personale intitolata proprio Essere fiume, presso la galleria di Konrad Fischer a Düsseldorf nel 1981.
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Gesti vegetali
Negli anni Ottanta Giuseppe Penone si è dedicato completamente alla scultura, utilizzando materiali tradizionali come cera, legno, gesso, terra, bronzo, pietra e marmo. La percezione "dell'estrema precarietà del concetto di solido, fluido, duro, morbido, positivo, negativo" guida l’artista nell’intercettare le forme e fare rivelazioni sullo stato della materia o sulle sue dinamiche di trasformazione.
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Anatomie
Per Giuseppe Penone la relazione di analogia, trascurata a livello scientifico nel pensiero moderno occidentale, conserva effettivo valore nella lettura delle affinità esistenti tra i regni animale, vegetale e minerale. Negli anni Novanta l’artista intensifica la sua istintiva propensione a intrecciare diversi livelli di realtà e crea le opere della serie Anatomie.
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Propagazioni
Dalla metà degli anni Novanta Giuseppe Penone intraprende una serie di opere che richiedono un intenso lavoro manuale e dove il disegno viene ad assumere una nuova centralità. Oltre alle sculture intitolate Anatomie, realizza infatti le Propagazioni, nelle quali l’incontro tra il fattore naturale di crescita e il fattore culturale del lavoro permette la materializzazione del periodo di tempo che conferisce loro sostanza.
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Idee di pietra
Nelle opere della serie Idee di pietra, come in altre realizzate negli anni 2000, i fenomeni naturali, psichici e culturali sono collegati in un identico paesaggio dominato dalla morfologia della biforcazione. Sono alberi di bronzo che ospitano pietre di fiume nelle biforcazioni dei rami.
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Giardini
Meno interessato al confronto con la cosiddetta natura incontaminata o alla creazione di opere che la maggior parte delle persone potrebbe vedere solo attraverso riproduzioni fotografiche, Giuseppe Penone ha installato molti lavori in giardini pubblici e privati e ha realizzato finora due progetti di giardino completi.
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